Nell’antica Grecia era considerato un elisir di lunga vita: già allora ci si era resi conto dei benefici del miele, uno dei tanti frutti del lavoro delle api. Un lavoro prezioso, da cui dipende la sopravvivenza dell’intero ecosistema. Per questo esiste la Giornata delle Api che si celebra il 20 maggio, nella data di nascita di Anton Janša che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne. Un momento di riflessione importante, specie ora che il riscaldamento globale rischia di estinguere questi insetti impollinatori, ai quali dobbiamo anche uno degli alimenti più sani e genuini, il miele appunto.
A cosa fa bene il miele
«I benefici del miele per la nostra salute sono diversi» conferma la dottoressa Elisabetta Macorsini, biologa nutrizionista e diet coach. «Può stimolare la concentrazione, alleviare ansia e stress anche agendo sulla flora batterica intestinale popolandola di batteri “buoni”. Infine, come ci hanno insegnato le nonne, il miele ha davvero proprietà antibatteriche naturali che lo rendono un valido rimedio contro disturbi come tosse e mal di gola» prosegue la dottoressa.
Quali sono le proprietà nutrizionali del miele
Tutto questo grazie a un prezioso mix di micro e macronutrienti. «Il miele è ricco di carboidrati, minerali come calcio, ferro e magnesio, ma anche vitamina C e vitamine del gruppo B», prosegue la dottoressa Macorsini, ricordando anche che ogni miele ha ulteriori e specifici benefici. Esempi? Il miele di ginepro è particolarmente efficace contro il colesterolo cattivo, quello di tarassaco aiuta a purificare i reni, il millefiori invece disintossica il fegato, mentre il miele di castagno favorisce la circolazione sanguigna.
Cos’è il miele integrale
Il miele integrale, poi, contiene una quantità decisamente più elevata di polifenoli, ovvero antiossidanti che favoriscono la rigenerazione cellulare “spegnendo” i processi infiammatori che dal nostro intestino influenzano negativamente l’intero organismo. «Il miele integrale è praticamente il miele così come lo producono le api che poi viene filtrato per separarlo dalle impurità come la cera. Al contrario quello “normale” è un miele pastorizzato: con questo processo, che annienta i batteri, vengono distrutti anche alcuni lieviti e cambia la consistenza stessa del miele che diventa più liquido» spiega l’esperta. Poi la dottoressa Macorsini ricorda: «Anzitutto, guardate l’etichetta: capita che alcuni produttori, per abbassare il costo, aggiungano zucchero al miele». Altra cosa da sapere: «Bisogna essere molto sicuri del proprio produttore quando si sceglie di mangiare miele integrale, proprio perché non subisce il processo di pastorizzazione che ne annienta la carica batterica».
Il miele può sostuire zucchero?
Sì, dunque, al miele: «Può sempre sostituire lo zucchero non solo perché dolcifica, ma anche perché – a differenza dello zucchero – contiene come detto micro e macronutrienti benefici». Insomma, non sono calorie vuote come quelle delle classiche zollette.
Quali sono gli effetti del miele sulla glicemia
Questo però non vuol dire che si possa esagerare, come con nessun cibo del resto. Il miele non ha lo stesso effetto dello zucchero sulla glicemia perché ha un indice glicemico leggermente più basso, ma il contenuto calorico è lo stesso.
Per intenderci, il fatto che il miele abbia un indice glicemico di poco più basso, e che sia particolarmente ricco di sostante nutritive benefiche non è un motivo valido per assumerne un quantitativo maggiore dello zucchero. Uno o – al massimo – due cucchiaini al giorno possono bastare, ancora meglio se il miele è abbinato ad alimenti ricchi di grassi buoni che possano ulteriormente abbassarne l’indice glicemico, come lo yogurt, ovviamente senza zuccheri aggiunti. «La linea guida» conclude infatti la dottoressa, «è che il miele può essere un valido sostituto dello zucchero. Se però non siete abituati ad aggiungere zuccheri, potete anche farne a meno». E, aggiungiamo noi, riservare questo cibo così speciale alle occasioni speciali. Anche per celebrarlo come merita.